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Soli. Con la propria coscienza e la propria memoria. Tra angoscia e paura, speranza e indignazione. Le parole roboanti e le sicumere del Duce e delle folle oceaniche plaudenti sono state sostituite da un silenzio sacrale. Capisci che la tua vita è sospesa tra il vuoto che ha inghiottito chi comandava e un futuro che può essere costruito da te. Con lacrime e sangue. Come sempre. Perché quando i gruppi dirigenti fuggono e dichiarano la bancarotta e addirittura la morte della patria e la fine di tutto, tu sai che occorre fare un altro passo verso la libertà, un altro sacrificio per dare alla patria i caratteri di popolo libero, di cittadini uguali e solidali che è stato il sogno dei tuoi padri. Tradito in tuo danno dai potenti. La memoria, quella tua e quella del tuo popolo, non quella bugiarda e retorica dei libri di testo del Regime, ti consente di giudicare: il diritto delle genti, l'onore e l'orgoglio di una identità risorgimentale e ancora più antica. E allora la scelta diventa naturale: prendi il fucile, il mitra e va in montagna. Lotterete per la libertà. Anche il Mezzogiorno ha scritto queste pagine.